
🏐 Il sitting volley – in italiano pallavolo da seduti – è molto più di una semplice variante della pallavolo: è uno sport inclusivo, emozionante e in forte crescita, che abbatte le barriere e mette al centro abilità, spirito di squadra e passione.
📜 Le origini
Nato negli anni ‘50 nei Paesi Bassi come parte della riabilitazione per veterani di guerra, il sitting volley si è rapidamente sviluppato fino a diventare uno sport riconosciuto a livello internazionale. Dal 1980 è entrato a far parte del programma ufficiale dei Giochi Paralimpici, diventando simbolo di inclusione e competitività.
⚙️ Le regole
Pur mantenendo l’essenza della pallavolo tradizionale, il sitting volley presenta alcune particolarità:
-
Si gioca da seduti, mantenendo sempre una parte del busto a contatto con il terreno.
-
Il campo è più piccolo (10×6 metri) e la rete più bassa: 1,05 m per gli uomini, 1,15 m per le donne.
-
Le squadre sono formate da sei giocatori.
-
Sono ammessi sia atleti con disabilità motorie sia normodotati, rendendolo uno sport misto e integrato.
🌍 In Italia e nel mondo
Negli ultimi anni il sitting volley ha registrato una crescita costante in Italia, grazie al lavoro della FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) e al sostegno del CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
L’Italia vanta oggi squadre sia maschili che femminili, che partecipano a tornei nazionali e internazionali, oltre ad attività promozionali nelle scuole e nei centri sportivi.
📍 A Firenze e provincia
Anche nella zona di Firenze il sitting volley sta conquistando sempre più spazio. Alcune realtà attive:
-
US Sales Volley: promuove attività inclusive, anche con giornate di avvicinamento per tutti.
-
ASD Pallavolo Bacci (Campi Bisenzio): organizza allenamenti e partecipazione a eventi paralimpici.
-
Diverse scuole superiori e associazioni stanno introducendo il sitting volley nei progetti di educazione fisica.
💙 Più di uno sport
Il sitting volley non è solo competizione: è aggregazione, resilienza, divertimento. Offre la possibilità di confrontarsi in campo alla pari, creando un ambiente sportivo dove conta ciò che sai fare, non ciò che ti manca.
Come ha detto una volta un’atleta paralimpico italiano:
“Nel sitting volley, non esistono disabilità. Esiste solo la voglia di giocare.”