
Arbitrare una finale nazionale è un traguardo che pochi riescono a raggiungere, e per Matteo Liperini, direttore di gara toscano, è stata un’esperienza indimenticabile. Liperini, che ha diretto la finale del Campionato Italiano d’Eccellenza 2015/16, ha raccontato in un’intervista il suo percorso da giocatore ad arbitro e l’importanza della formazione continua nel mondo della direzione di gara.
Dai campi da gioco al fischietto
Matteo Liperini ha iniziato la sua carriera sportiva come giocatore di rugby, un percorso che gli ha permesso di sviluppare una profonda conoscenza del gioco e delle sue dinamiche. Tuttavia, la sua passione per il regolamento e il desiderio di restare nel mondo del rugby lo hanno portato a scegliere la carriera arbitrale. “Essere arbitro non significa solo applicare il regolamento, ma anche gestire le emozioni di una partita e garantire che lo spettacolo si svolga in modo corretto e leale”, ha spiegato.
L’emozione di una Finale Nazionale
Il momento più significativo della sua carriera è arrivato con la designazione per la finale del Campionato Italiano d’Eccellenza 2015/16, il massimo livello del rugby italiano prima della creazione del Peroni Top10. “Dirigere una finale è un’esperienza unica: il livello di intensità è altissimo, la preparazione deve essere impeccabile e ogni decisione pesa molto”, ha raccontato Liperini.
La formazione continua: una necessità per gli Arbitri
Secondo Liperini, il miglioramento costante è un elemento fondamentale per chi vuole eccellere nell’arbitraggio. “L’aggiornamento è essenziale. Il rugby è uno sport in continua evoluzione, e per un arbitro è fondamentale restare sempre aggiornato su interpretazioni, regolamenti e metodologie di gestione della gara”, ha affermato. La preparazione arbitrale non riguarda solo la conoscenza del regolamento, ma include anche aspetti fisici, mentali e psicologici per affrontare le partite con la massima lucidità.
Un modello per i giovani arbitri
Matteo Liperini rappresenta un esempio per tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera arbitrale. Con il suo impegno e la sua passione, ha dimostrato che, con dedizione e formazione continua, si può raggiungere il massimo livello e vivere emozioni uniche sul campo.